(Moment of Collapse Records) Ascoltando gli Abest è impossibile non riconoscere l’influenza dei Meshuggah, soprattutto nell’uso di suoni cupi e bassi. Certo, meno particolari e meno votati al prog e al math metal, gli Abest si rifanno di più al thrash, con ritmi meno cerebrali e più diretti. Ciò però non deve trarre in inganno, siamo sempre in ambito estremo, con punte di post metal in ciascuna traccia, con articolazioni ingegnose e contorte, in modo tale che la noia sarà estranea in tutta la durata del disco. Altra reminiscenza è il death a stampo svedese, ma solo una parvenza… Questo è il pregio dell’album, il prelevare da altri generi e riproporre il tutto a livello personale e inedito, come personale risulta anche la scelta stilistica della copertina. Un disco ragionato e costruito con molta attenzione, in modo che non si ha mai, difatti, la parvenza di essere di fronte ad un prodotto costruito in fretta o con leggerezza. Ecco, leggerezza zero, per gli Abest.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10